METAL RULES
Nella fisiologia umana esiste un crocevia pineale sottonuca dove la memoria in istantaneo flash dei sensi sintetizza stupore e tutta la passione e la dedizione per il rock e bisogna aver molto pogato ai concerti per conoscere che questa folgorazione fulminea ad esecuzione in corso del brano musicale è essenza di tutta una esistenza.
Metalli Commedia chioda ed inchioda questo piacere progressivo, disseminandolo nell’artato parallelismo con la commedia Dantesca. Il periodare dei versi terzinati, sperimenta una sfida, seguendo “la stella fissa di questo mio chiodo”. Borchiato, ovviamente. Del resto non è pleonastico affermare che le strutture strofiche sono icasticamente martellate all’interno di un (ec)citazionismo sempre coerente al concept trainante dell’Heavy Metal.
Esso trascina e ritma con sé, le pulsioni erotiche, lo squarto dark gotico, il “Black Sabbath” della celebrazione metallara, il brand di vasta parte della sua iconologia guerriera, di branco spirituale devoto che urla nel suo wall of sound.
Metalli Commmedia è una saison a l’enfer di dannati illustri, lanciata in montaggio ad attrazione random, quasi in videoclip verbali, con la materia del rock e della letteratura, anch’essa interpretata nel clima della gloria viscerale del metal.
“ Novella luce metal si diventa/quando dell’arte si ha lo riscatto/che falso fattor dir non si consenta”.
Il Metal viene scelto da Chiara Daino per raggiungere un dire diamantino: forgia in tal senso, una vera e propria crew di parole linguisticamente idomatiche del gergo metallaro, inchiavardate nelle oscillazioni semantiche e fonosimboliche fra gli anglismi e gli assunti Stilnovisti della lingua Dantesca.
Ad es: “I’fui lo Scott Ian d’Antrax divertenti” , in questo caso, ad una pronuncia a voce alta dell’asserto, si nota che la stessa dinamica fonematica istantantanea trascina (sarebbe corretto seguendo l’idioma della Daino scrivere thrashina) direttamente all’interno dell’AC / DC , nella corrente alternata degli amplificatori marshall impilati a picco sul palco. Così questo viaggio di una “dama” che si cala e trasfigura in un reame infernale gotico interrogando le tante favelle della sua stessa passione metallica, sembra continuamente essere on stage con musicisti, poeti, artisti, convocati e colti nel loro riconoscimento con la meraviglia partecipata della fan e parimenti visionati da mirabile saggezza di vera agiografa del metal rock, in grado di rendere le postille del libro succulenta vigna di tutti i fermenti conoscitivi della poetessa. “Ivresse” che anche nelle note a compendio, perdura e stimola seminale disparati percorsi ulteriori.
Metalli Commedia ricongiunge la dama viatrix alla summa orgiastica dei suoni fino ad una vera e propria preghiera, la quale giunge davvero quando tutto il fuoco metallico è stato dispiegato ed il gesto dell’ Heavy Metalist solleva le dita nel simbolo falangeo tricornato. Si compie la mission del verbo che rivede probabilmente (e qui aggiungo mio rimando adolescenziale) anchela Highway Star degli antenati Deep Purple.
Questo libro, arduo ma fascinoso, ha l’ artificio basico infratestuale e stordente del metal e richiama a sé adepti sferrando contemporaneamente la sua energia.
Per ottenere ciò, non si occupa certo primariamente di essere letto, ma di qualcosa che profondamente possiede la poetessa e che ella sguaina frontalmente davanti al palese confronto performante con la lingua Dantesca, per i suoi inneschi personali, talvolta sorvegliatamente pulp, poiché il sillabato di Dante è refrain che riveste la foga sempre ed unitamente all’ultratestualità estrema propria e tipica della poetessa.
Così anche per questo motivo è bello perdersi girovaganti in Metalli Commedia ed amalgamare che cosa vuol dire con quello che si dice, seguendo l’amore totale che la “dama” offre dai sensi, eseguiti ed eseguenti, ai riff in assolo delle sue band
preferite.
Infernate & devote all’Heavy Metal.
Aprile 2011,
Alberto Mori
This entry was posted on Maggio 25, 2011 at 2:11 PM and is filed under METALLI COMMEDIA with tags Alberto Mori, dama viatrix, Daniele Assereto, Dante, Guglielmo Amore, Metal Rules, Recensione, Rock, saison a l’enfer, Terzine, Thauma Edizioni, Une saison en enfer, videoclip verbali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Maggio 25, 2011 a 4:00 PM
Non credo sia un caso che in Alberto Mori siano celate le lettere di METAL e di BRO. Non credo affatto che sia un caso.
dicembre 31, 2013 a 7:16 am
I you choose metal cutters, this is necessary in order to maintain in thoughts that these
guys may be a little bit of noisy. However, as good of
a business person as he is, he is actually even a much
better manager: in 2006 he was rated simply by Athletics Illustrated’s Robert Silver as the 4th top proprietor; in 2007,
he was rated 8th. Each cooling fan designs possesses its own one-of-a-kind characteristics in regards to efficiency, noise levels as well as app.